La storia
Sorta sulle ceneri della fenicia Feronia (nome di una dea etrusca), Posada è uno dei centri sardi più antichi: forse fu insediamento italico-etrusco (V-IV secolo a.C.). Il maggior reperto dell’epoca è una statuetta di Ercole. In età romana tutto ruotava attorno al portus Liquidonis, attuale San Giovanni di Posada, borgata di mare dominata da una torre aragonese. Il toponimo latino Pausata ne incarna il destino: fu stazione di sosta e luogo di frontiera. Papa Urbano II per primo citò Posada in documenti ufficiali nel 1095, in età giudicale: il centro era all’apice della sua storia, confine tra giudicati di Gallura e d’Arborea, che se ne contesero a lungo il possesso, con incursioni aragonesi.
La leggenda
Si narra che intorno al 1300 una flotta saracena assediò Posada cercando di conquistarla per sfinimento. Gli abitanti di Posada, ormai stremati dal lungo assedio, fecero mangiare una manciata di fave a un piccione: era quello che rimaneva delle loro riserve di cibo. Prima di liberarlo in volo, lo ferirono. L’uccello cadde nell’accampamento nemico con lo stomaco pieno: lo strano gonfiore fu notato e così anche l’abbondante pasto. I saraceni, ormai convinti che dentro il castello ci fossero abbondanti risorse per resistere ancora a lungo all'assedio, desistettero.
Il centro storico
Il castello della Fava è situato su un colle di roccia calcarea che sovrasta il centro di Posada. Quel che rimane del castello è oggi una torre a pianta quadrata e le rovine della cinta muraria, di forma quadrangolare. Si può salire fino in cima alla torre, dalla quale è possibile ammirare tutto il paesaggio circostante, dalla valle del Rio Posada al mare cristallino di San Giovanni, mentre in lontananza spicca maestoso e candido il Montalbo.
Il centro storico oggi conserva il suo fascino medievale: è un ‘labirinto di pietra’ con intricati vicoli, ripide scalinate, archi e piazzette nascoste. Al centro spicca la chiesa di sant’Antonio abate, ricostruita nel Seicento su un impianto del 1324.
Le spiagge
Il litorale che abbraccia il paese è un lungo tratto sabbioso (di quattro chilometri), che assume vari nomi nel suo corso ampio e rettilineo, e dista tre chilometri dal centro abitato. Dalla spiaggia di Orvili con la sua pineta meta di campeggiatori, alla spiaggia di Iscraios ( meno frequentata anche in alta stagione ), passiamo alla candida spiaggia di Su Tiriarzu che gode di tanti servizi per i balneanti e alla spiaggia di San Giovanni con la sua torre risalente al diciassettesimo secolo.
